LE PAROLE (= cellule)
1. |
Una o più sillabe raggruppate formano le PAROLE (o
"vocaboli"). Queste, nel loro insieme, costituiscono il
"lessico". |
2. |
Le parole hanno origini e funzioni diverse nell'uso della lingua, ma di ciò tratteremo nel capitolo dedicato alle
"parti del discorso". Secondo il "Devoto-Oli", la parola corrisponde ad una
"immagine" di una nozione o di una azione (amore, amare) nel caso di parole
"principali", oppure ad un "rapporto" nel caso di parole
"accessorie" (sovente, durante, sebbene). |
3. |
Per ora ci basti sapere: a) che il vocabolario della lingua italiana registra oltre 50.000 voci, senza contare le innumerevoli flessioni cui molte di esse -ad esempio i
verbi sono sottoposte; b) che tra queste voci si incontrano
arcaismi, cioè parole cadute in disuso ed usate qualche volta per motivi particolari
("vossignoria"); neologismi, cioè parole di nuovo conio necessarie al linguaggio scientifico in continua evoluzione ed espansione
("dragaggio") o voluttuarie nel senso che, per motivi di estetica linguistica, tentano l'avventura di soppiantarne altre consolidate dalla tradizione (per esempio si registra la tendenza sempre più frequente a soppiantare il termine tradizionale
dilucidazione (= "chiarimento, spiegazione"), sostituendolo col termine
delucidazione, facendo perdere a questo il suo significato originario indicante il procedimento usato nell'industria tessile per eliminare il lucido di tessuti di lana,
operazione che si definisce anche coi termini tecnici "decatissaggio" e
"decatizzazione"); e barbarismi, cioè parole prese in prestito da altre
lingue o per mancanza nella nostra di un esatto equivalente (com'è il caso del vocabolo inglese
"flirt" o per gusto o per moda o per spirito di un malinteso cosmopolitismo (com'è il caso del vocabolo francese
"reportage" che spesso si usa in luogo di "cronaca" o di "servizio giornalistico");
c) che le parole si distinguono in monosillabe (se formate da una sola
sillaba), bisillabe (da due), trisillabe (da tre),
quadrisillabe (da quattro), polisillabe (da più di quattro): la parola più lunga in italiano,
creata per scherzo da un poeta del Seicento, è precipitevolissimevolmente,
di undici sillabe. |
ANTOLOGIA STORICA DELLA LINGUA ITALIANA
ANONIMO (Sex. XI)
Ave color vini clari,
ave sapor sine pari,
tua nos inebriari - digneris potentia.
O quam felix creatura
quam produxit vitis pura,
omnis mensa fit secura - in tua presentia.
(Canto goliardico)
Traduzione:
Salve, o colore del vino bianco, salve o sapore senza pari, dégnati di inebriarci con la tua forza. O quanto felice creatura, che la pura vite produsse, ogni mensa è senza tristezza. in tua presenza.
I "goliardi" erano poeti stravaganti, spesso studenti, che esaltavano i piaceri della vita, ma facevano anche satira anticlericale. Molti loro canti furono raccolti nel sec.
XIII col titolo di "Carmina burana".
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